Ancora cattive notizie sul fronte delle pensioni: chi svolge una determinata professione dovrà continuare a timbrare il cartellino un anno in più degli altri.
Quando si parla di pensioni i timori sono sempre tanti e, quasi sempre, sono anche fondati. Il Governo di Giorgia Meloni è a lavoro per andare oltre la legge Fornero anche se, per il momento, il passo sembra parecchio azzardato e non si sa se si riuscirà ad uscire da questa impasse entro la fine della prima legislatura dell’Esecutivo.

Dobbiamo rassegnarci, dunque, ad uscire dal lavoro necessariamente a 67 anni? No, o meglio: le cose potrebbero ulteriormente peggiorare. Infatti se la Legge Fornero non verrà abolita, ogni due anni ci sarà un ulteriore balzo in avanti per adeguarsi all’aumento dell’aspettativa di vita.
Ma non è ancora tutto perché l’Universo previdenziale è costellato da tanti piccoli dettagli che complicano ulteriormente il quadro. Ad esempio, nelle ultime ore, è stato comunicato che, chi svolge una determinata professione in ogni caso dovrà restare al lavoro un anno in più rispetto agli altri.
Pensioni: ecco chi dovrà lavorare di più
Se pensi che andare in pensione a 67 anni sia già troppo, preparati al peggio perché potresti dover timbrare il cartellino, come minimo fino ai 68. Da che cosa dipende? Dal lavoro che svolgi e anche dal mese in cui sei nato: incredibile ma vero pure la data di nascita può fare un’enorme differenza.

Il 2027 dovrebbe essere l’anno della svolta: o si cambierà tutto o tutto proseguirà secondo i dettami della Legge Fornero. E una certa categoria di lavoratori potrebbe essere penalizzata più delle altre. Si tratta del personale scolastico, sia i docenti che il personale ATA. In particolare coloro che maturano il requisito anagrafico tra giugno e agosto potrebbero dover restare al lavoro almeno un anno in più.
Il motivo? La finestra di uscita: cioè il lasso di tempo che intercorre tra il raggiungimento dei requisiti per il pensionamento e l’ottenimento del primo assegno Inps. Per il personale ATA i requisiti devono essere raggiunti ogni anno entro l’1 settembre per poter accedere alla pensione. Se dal 2027, come stabilito dalla Fornero, l’età pensionabile passerà da 67 anni a 67 anni e 3 mesi, va da sé che chi compie 67 anni tra giugno e agosto, anche solo per un mese resterebbe penalizzato e, dunque, dovrà continuare a lavorare per un altro anno.
Tutto questo, naturalmente, a meno che il Governo, nel frattempo, non intervenga per bloccare l’aumento dell’età pensionabile. Ma il blocco, secondo gli esperti, anche se avvenisse, potrà essere solo temporaneo a meno di non voler assistere al crollo delle casse dell’Inps messe in difficoltà dall’aumento dell’aspettativa di vita congiunto al crollo delle nascite e all’emigrazione dei giovani all’estero.